Cronaca

Nel dl Semplificazioni saltano gli emendamenti sugli accessi a Medicina Generale

Ci voleva una come Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, per far comprendere a 11 senatori del M5s che la legge sulle Semplificazioni ha come scopo quelle di “semplificare” le procedure della pubblica amministrazione, di renderle cioè più agevoli e snelle e non di stravolgerne i contenuti rendendole leggi “omnibus”, della serie ci metto tutto di più come fossero un minestrone. Col rischio di pregiudicarne i principi di costituzionalità e di vulnerabilità come evidenziato in passato da una sentenza della Corte Costituzionale (la 32 del 2014). Uscire fuori tema è pericoloso ma dimostra che in punta di diritto si procede a spanne senza conoscere gli argomenti. L’importante è essere senatori di una Repubblica sgangherata ma tricolore. Salta dunque l’accesso rapido alla medicina generale attraverso la creazione di un doppio canale che avrebbe consentito l’iscrizione alla scuola di specializzazione triennale senza aver superato le forche caudine di un concorso ma col semplice fatto di aver maturato un rapporto professionale di 12 mesi entro il 31 dicembre 2018. Di quell’emendamento resta la parte più lucida ovvero il metodo da utilizzare per determinare il fabbisogno di personale nelle Asl e negli ospedali tenendo conto dei piani triennali. Saltano quelle norme che consentivano l’accesso nelle zone carenti di medicina generale agli allievi del corso triennale lavorando part time e quelle che consentivano l’accesso anche a sostituti di assistenza primaria e guardia incaricati che avessero esercitato anche in maniera continuativa per almeno un anno previo superamento del test di ammissione al corso.

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