Il Tribunale di Bari ha condannato 6 imputati a pena comprese fra i 7 anni e i 2 anni di reclusione, ne ha assolti quattro “perché il fatto non sussiste” e ha dichiarato la prescrizione per altri 13 imputati al termine del processo di primo grado su presunte sentenze tributarie pilotate nell’operazione Gibbanza. La condanna più elevata, a 7 anni di reclusione, all’ex giudice tributario barese Oronzo Quintavalle, ritenuto responsabile di sei episodi di corruzioni in atti giudiziari e tre falsi. All’ex giudice è stata concessa l’attenuante della collaborazione per aver rivelato agli inquirenti di aver ricevuto per anni denaro, buoni vacanza, consulenze e prodotti enogastronomici in cambio di sentenze favorevoli.
I fatti risalgono agli anni 2008-2010, quando Quintavalle era presidente della Commissione Tributaria regionale della Puglia. Fu arrestato nel novembre 2010, insieme con colleghi e altri professionisti, fra i quali i commercialisti baresi Gianluca Guerrieri e Donato Radogna, condannati entrambi a 3 anni di reclusione.
Condanna a 2 anni di reclusione (pena sospesa) per l’allora segretario di una sezione della Commissione Tributaria Provinciale di Bari, Domenico Carnimeo. Condannati anche i due imprenditori Raffaele Putignano e Franco Maria Balducci, rispettivamente a 2 anni (con pena sospesa) e a 2 anni e 6 mesi di reclusione.
Nel processo si erano costituiti parti civili il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia. Nei loro confronti il Tribunale ha stabilito che i sei imputati condannati dovranno risarcire i danni.