Quattro gruppi, indipendenti tra loro, e attivi nel mercato dello spaccio di San Severo. Sono stati tutti smantellati, all’alba di oggi, nell’ambito dell’operazione antidroga ‘Udor’, messa a segno dagli agenti del Commissariato cittadino e della squadra mobile di Foggia, a conclusione di una attività investigativa coordinata dalla Procura di Foggia, che ha portato all’esecuzione di 7 misure cautelari (6 in carcere e una ai domiciliari), nei confronti di altrettanti soggetti accusati di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.
Quello che è emerso in appena tre mesi di indagini – da febbraio a maggio del 2018 – è un quadro di “libero mercato”, in cui i gruppi di spaccio attivi in città, benché rivali tra loro, riuscivano a convivere pacificamente. Tanto ampio era il mercato e vasta la platea dei clienti che era impossibile “pestarsi i piedi”: dall’operaio al professionista, passando per la prostituta che, su richiesta, accanto alla prestazione sessuale offriva anche la consumazione di stupefacente. Hashish, marijuana, cocaina ed eroina le sostanze trattate, delle quali sono state sequestrati ingenti quantitativi.
In carcere sono finiti Nicola Forte, di 37 anni, sua moglie Raffaella Florio, di 26, Giuseppe Santarelli, 39, Matteo La Pietra, 36, Juri Bocola, 22, Matteo Russo, 33, e Leonardo Florio, quest’ultimo posto ai domiciliari, di 25 anni. Le indagini sono partite nel gennaio dello scorso anno quando, durante un controllo, venne fermato Daniele Gemma, 30enne trovato in possesso di mezzo chilo di eroina.
L’attività investigativa si è basata soprattutto sulle intercettazioni telefoniche che hanno permesso di sequestrare 50 grammi di cocaina, 18 chili di hashish, 500 grammi di eroina e 14 chili di marijuana. Il sequestro più importate di droga è stato eseguito il 4 maggio scorso ai danni di Vincenzo Bevilacqua, trovato in possesso di 30 chili tra marijuana e hashish, nascosti in un locale che, secondo gli inquirenti, veniva utilizzato come deposito di droga dai sette indagati.
Criptico il linguaggio utilizzato al telefono dagli spacciatori. Per far riferimenti alla droga parlano di ‘cornetti’, ‘mezzo litro di latte’, ma anche ‘documenti’ e ‘catalogo’. Una quarantina gli episodi di spaccio contestati. Nei quattro mesi di indagine, gli investigatori hanno accertato l’esistenza dei quattro gruppi dediti allo spaccio. Il primo era quello con a capo Nicola Forte e composto dai suoi stretti collaboratori, la moglie e Santarelli. La Pietra, invece, faceva parte di un secondo gruppo di pusher. Al terzo gruppo appartenevano invece i pusher Bocola e Russo. Infine vi era Leonardo Florio, posto ai domiciliari, che svolgeva autonomamente l’attività di spaccio.