Avrebbero sottratto alle casse del Comune per il quale lavoravano con la propria agenzia di riscossione tributi, tutti i soldi riscossi dai cittadini. Per questo, su richiesta della Corte dei Conti di Bari, il Presidente della Sezione Giurisdizionale per la Puglia, Francesco Paolo Romanelli, ha disposto il sequestro conservativo, ante causam, di beni per un valore di circa 950mila euro nei confronti di Giuseppe Donato Colapinto e Grazia Fiore, amministratori della società di riscossione tributi locali Cerin Srl di Bitonto, ora in fallimento. I due erano stati già interessati da altra indagine (nel 2016-2017) con conseguente sequestro di beni da parte della stessa Procura Regionale della Corte dei Conti in relazione ad analoghe condotte nei confronti del Comune di Bitonto.
I beni sequestrati consistono in dodici immobili (11 fabbricati ed un terreno) siti nei Comuni di Bari, Bitonto e Giovinazzo, disponibilità liquide presenti su 10 rapporti finanziari nonché di qualsiasi credito, assegno indennità o somma a qualunque titolo dovuta o debenda dall’Inps. La vicenda trae origine dalle mirate indagini penali e contabili svolte dai finanzieri di Manduria, nel Tarantino, i quali tenevano sotto controllo la sottoscrizione di un contratto stipulato nel 2011 tra la società concessionaria Cerin Srl e il Comune di Sava per l’affidamento, fino al 31 dicembre 2015, del servizio di accertamento e riscossione di tributi comunali come Ici, Tarsu, imposta comunale sulla pubblicità, diritti sulle pubbliche affissioni e Tosap dello stesso Comune.
Il contratto prevedeva che, per lo svolgimento dell’attività di riscossione, la Cerin facesse confluire i versamenti volontari e coattivi effettuati dai contribuenti del Comune su quattro conti correnti postali a essa intestati per riversarli successivamente sul conto corrente di tesoreria comunale intestato al Comune stesso, dopo aver trattenuto direttamente i propri compensi e trasmettendo idonea documentazione.
L’indagine espletata dalla Compagnia Guardia di Finanza di Manduria ha permesso invece di accertare che, nell’arco temporale in cui vigeva il contratto, la citata concessionaria aveva omesso di riversare al Comune l’importo complessivo dei tributi civici per un totale di circa 950.000 euro.
Sulla base di quanto emerso in sede di istruttoria, il vice procuratore generale della Corte dei Conti, Stefania Petrucci, a cui il fascicolo era stato assegnato, ha elaborato il conseguente danno erariale – essendo la Cerin Srl “agente contabile” e quindi sottoposto alla Giurisdizione della Corte – richiedendo il relativo sequestro conservativo a garanzia del credito del comune di Sava e contestando, alla società concessionaria, la chiara violazione degli obblighi di gestione e rendicontazione imposti dal rapporto concessorio instaurato con il Comune.
Al predetto danno sono stati chiamati a rispondere, in solido con la società concessionaria, anche coloro che hanno rivestito la carica di amministratori nel periodo in cui risultano verificatesi le menzionate violazioni contrattuali.
Il Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti, condividendo l’impianto accusatorio della Procura Regionale, ha autorizzato il sequestro conservativo dei beni e valori prima descritti