25 APRILE, I MESSAGGI DI MICHELE EMILIANO E ANTONIO DECARO

“Quello che celebriamo oggi è un 25 Aprile un po’ particolare, senza una piazza fisica e tuttavia questa giornata assume un significato ancora più profondo perché segna in qualche modo anche per noi un giorno simbolico di ricostruzione”. Lo scrive, in una dichiarazione, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
“Il 25 Aprile del 1945 – ricorda Emiliano – gli uomini tornarono finalmente ad essere uomini. Ritrovarono un’umanità individuale e collettiva che avevano perduto a causa della guerra, della barbarie e della violenza nazi-fascista. Uomini e donne “scelsero” da che parte stare: da una parte la dittatura, i treni per Auschwitz, le leggi razziali e dall’altra l’umanità, la dignità, la libertà e la democrazia. Uomini e donne “scelsero” di mettere in gioco le proprie vite in nome di quei valori che oggi sono scritti nella nostra Carta Costituzionale.
Furono quei ragazzi di allora a saper vedere per loro e per chi sarebbe venuto dopo una libertà che ancora non c’era”. “Quel senso di liberazione, quell’affrancamento dal fascismo e dalla guerra richiede oggi da parte nostra azioni coerenti che continuino a mantenerlo in salute giorno dopo giorno. Ecco perché il 25 Aprile non è una data desueta, come qualcuno vuole farci credere. Il fantasma dell’inumano – rileva – può tornare, sotto altre forme, ad abitare le nostre vite, a soffocare la bella politica, a infettare la nostra socialità. Noi, invece, vogliamo continuare ostinatamente ad essere sentinelle, magari a vedere quello che non c’è o non c’è ancora, quello che non si è ancora pienamente realizzato. Continueremo, ostinatamente, a costruire giorno per giorno la nostra Liberazione”.
“In questa stagione non facile – conclude – noi, come fecero i partigiani, guardiamo avanti nella certezza che da qualsiasi oscurità usciremo liberi”.

“Oggi più che mai siamo chiamati a resistere e restare uniti, sebbene a distanza di sicurezza, per immaginare insieme nuove politiche di sviluppo, coesione sociale e tutela dei nostri concittadini più fragili, perché non potrà esserci alcun futuro di crescita senza giustizia, né esiste ed esisterà libertà in assenza del riconoscimento dei diritti fondamentali di ogni individuo”. Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, durante la cerimonia per il 75esimo anniversario della Liberazione d’Italia. Con la mascherina tricolore, dopo l’inno nazionale, Decaro ha deposto la corona d’alloro davanti alla lapide del Palazzo di Città che ricorda i cittadini baresi che morirono nella lotta partigiana.
“Nessuno avrebbe potuto immaginare un 25 aprile come questo, un’Italia ferma per decreto per contrastare un nemico invisibile, silenzioso, ma insidiosissimo, che ha mietuto oltre 25mila vittime nel nostro Paese. In questo tempo – ha detto Decaro – siamo chiamati non solo a condividere regole per frenare la curva del contagio, ma soprattutto e impegnarci affinché nessuno resti indietro”. “Stiamo vivendo una guerra che rischia di cambiare per sempre quello che è stato per 75 anni l’assetto sociale ed economico del nostro Paese e per questo abbiamo bisogno di trovare dentro di noi le ragioni ideali e le energie per reagire, come fecero allora i nostri padri e i nostri nonni”. (ANSA).

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