Si è avvalso della facoltà di non rispondere Giuseppe Papantuono, il 64enne fermato sabato scorso immediatamente dopo aver sparato ed ucciso il maresciallo Vincenzo Di Gennaro, mentre era in servizio a Cagnano Varano – nel Foggiano – e ferito il giovane collega che era con lui Pasquale Casertano, nel pomeriggio di domenica sottoposto ad intervento per la rimozione del proiettile conficcatosi a pochi centimetri dall’aorta e ancora ricoverato a San Giovanni Rotondo, nell’ospedale Casa Sollievo della sofferenza, in attesa che i medici sciolgano definitivamente la prognosi sul suo conto. Papantuono è accusato di omicidio, tentato omicidio aggravato dall’aver agito contro un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni e porto e detenzione di una pistola. Dopo l’interrogatorio – nel Tribunale di Foggia e alla presenza del procuratore Capo Ludovico Vaccaro, olter che del sostituto procuratore Ileanda Ramundo, titolare dell’inchiesta – il Gip, Marialuisa Bencivenga, ha convalidato il fermo e disposto la detenzione in carcere per l’uomo. Sono le stesse ore nelle quali è la cattedrale di San Severo ad ospitare l’ultimo saluto al militare caduto, pur senza la presenza fisica del Governatore, Michele Emiliano, in missione istituzionale in Russia ma con premier e delegazione ministeriale accorsi in Capitanata: tricolore a mezz’asta nella sala consiliare del centro dauno sin dalle prime ore del mattino per l’apertura della camera ardente.