Tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi da sparo e rapina, con l’aggravante mafiosa. Polizia e carabinieri, su richiesta della dda di bari, hanno arrestato il 42enne Massimo Perdonò, ritenuto esponente di spicco del clan foggiano Moretti-Pellegrino-Lanza, alleato dei Romito di Manfredonia.
L’uomo, già in carcere da alcuni mesi nell’ambito dell’inchiesta antimafia ‘Decimazione’, avrebbe tentato di uccidere un esponente del clan rivale dei Libergolis per vendicare l’agguato al boss di Manfredonia Mario Luciano Romito, tra le vittime del quadruplice omicidio del 9 agosto 2017 in cui furono uccisi anche due ignari testimoni, i fratelli Aurelio e Luigi Luciani.
Perdonò avrebbe tentato di ammazzare il 18 febbraio 2018 il pregiudicato Giovanni Caterino, uno dei componenti del commando armato dell’estate 2017, che è in carcere per il delitto dallo scorso autunno. Per vendicare la morte del boss Romito, Perdonò con altre due persone al momento ignote, armati di fucile e pistola e indossando parrucche, avrebbero inseguito e speronato l’auto su cui viaggiava Caterino, dopo averlo pedinato fin sotto casa. Caterino riuscì a fuggire, mentre i tre rinunciarono all’agguato a causa dei danni alla propria vettura e per allontanarsi rapinarono un’altra auto ad un passante.
Nei confronti di Perdonò è stata riconosciuta l’aggravante mafiosa per “le modalità dell’agguato” e per “le circostanze di tempo e di luogo tali da amplificarne la portata ed affermare il predominio del sodalizio di appartenenza” spiegano gli inquirenti, perché “l’agguato è stato commesso di prima mattina e in pieno centro abitato di Manfredonia”.