Agricoltura: cosa prevede il decreto xylella e gelate

Il Consiglio dei ministri ha approvato nella notte un decreto legge che affronta diverse emergenze in Agricoltura, dalla Xylella, alle gelate, al latte. Il provvedimento era annunciato nell’ordine del giorno del Cdm come un disegno di legge per il “rilancio dei settori agricoli in crisi” e il “sostegno alle imprese colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale”. Invece, a quanto si apprende, il governo, su proposta del ministro Gian Marco Centinaio, ha deciso di dare il via libera al testo come decreto legge.
Adesso che la Puglia ha ottenuto – dopo tante battaglie e tante promesse – il suo decreto legge per
risolvere la crisi xylella e gelate, tocca alla Regione deliberare la proposta di declaratoria di eccezionalità degli eventi entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.
E così, le imprese che hanno subito danni dalle gelate eccezionali verificatesi dal 26 febbraio all’1 marzo 2018, e che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate a copertura dei rischi, “possono accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva”, in base al Fondo di solidarietà nazionale.
Previste anche misure a sostegno delle imprese del settore olivicolo-oleario per il recupero e rilancio della produttività e della competitività con 5 milioni di euro per il 2019.
Riguardo il contrasto della Xylella fastidiosa e di altre fitopatie, le piante monumentali non saranno rimosse “se non è accertata la presenza dell’infezione” e saranno i servizi fitosanitari competenti per territorio ad attuare “tutte le misure ufficiali ritenute necessarie a evitare la possibile diffusione”. Previste anche sanzioni per i proprietari, i conduttori o i detentori di terreni sui quali insistono piante infettate dagli organismi nocivi che omettono di denunciare l’infestazione tempestivamente ai Servizi fitosanitari competenti o di estirpare le piante infette, a seguito delle prescrizioni (da euro 516 a 30.000 euro). In caso di irreperibilità del proprietario del fondo può essere prevista anche l’estirpazione coatta.

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