Coldiretti: “Solo altri 12 mesi di vita per l’olivicoltura pugliese

“Se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare l’emergenza e rilanciare il settore olivicolo che lo scorso anno ha fatto registrare in Puglia una delle peggiori annate di sempre con una produzione crollata del 65% con punte fine al 90% per le gelate e la Xylella, sarà crisi irreversibile per la più grande industria green del Sud Italia. E’ l’appello lanciato dal presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, al tavolo convocato dal Vicepremier Luigi Di Maio sulla emergenza olivicola in Puglia che ha annunciato un’azione sinergica e congiunta tra il Ministero all’Agricoltura, il Mise, il Ministero per il Sud e del Lavoro, a partire dal Decreto Crescita con l’opportunità della finanza d’impresa e della sburocratizzazione, una risposta concreta alla richiesta di Coldiretti di affrontare l’emergenza con una strategia condivisa.
“Se non saranno immediatamente snellite le procedure per l’espianto e il reimpianto e in mancanza di misure straordinarie a sostegno dei frantoi e del lavoro, per il periodo necessario al ripristino delle potenzialità produttive del territorio – ha aggiunto il presidente Muraglia – è certa la chiusura dei frantoi in un periodo stimato di massimo 12 mesi, visto che negli ultimi anni, per colpa delle responsabilità e dei ritardi regionali nella gestione della Xylella con errori, incertezze e scaricabarile, hanno già dismesso numerose linee di produzione, con l’azzeramento della forza lavoro”.
A completare il quadro della crisi, la perdita secca in termini di Prodotto Lordo Vendibile di 400 milioni di euro – ha aggiunto Coldiretti – causata dalle gelate di febbraio 2018 agli oliveti, risultati nella campagna 2018-2019 praticamente improduttivi con la paralisi dell’attività dei frantoi, costretti a chiudere l’attività molitoria con 2 mesi di anticipo per mancanza di prodotto, con pesanti ricadute sull’occupazione.
In Puglia ci sono circa 939 frantoi oleari, che lavorano 53 varietà di olive, distribuiti in tutte le 6 province pugliesi: Provincia di Bari e BAT (228 frantoi attivi), Lecce (251), Brindisi (143), Foggia (136), Taranto e Barletta-Andria- Trani (84), Taranto (97).
“Il Salento è un territorio dilaniato dalla Xylella Fastidiosa che continua ad avanzare. La malattia – ha denunciato Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce, al Vicepremier Di Maio – ha minato profondamente l’intero tessuto produttivo olivicolo e oleario del Salento con una perdita progressiva della Produzione Lorda Vendibile dai 50 milioni di euro della campagna 2016-2017 ai 300 milioni di euro della campagna 2018-2019. I frantoi cooperativi, aziendali e industriali, hanno registrato un calo significativo del quantitativo di olive molite del 50% nella campagna 2016- 2017, del 75% nella campagna 2017-2018 e del 90% nella campagna 2018-2019, con l’equivalente crollo del fatturato e la riduzione del personale impiegato del 90%, oltre al danno stimato per difetta al patrimonio olivetato di 1,2 miliardi di euro”.
Per affrontare l’emergenza – ha sottolineato Coldiretti – serve una strategia condivisa tra il Ministero all’Agricoltura, il Mise, il Ministero per il Sud e del Lavoro per rendere operativo il Piano, approvato il 13 febbraio scorso in Conferenza Stato-Regioni che, partendo dalla moratoria sui mutui per garantire la sopravvivenza dei frantoi, preveda urgenti e necessarie misure per l’integrazione al reddito per 5 anni per i frantoi cooperativi, aziendali e industriali, che dimostrino di restare attivi e produttivi e interventi economici a supporto della rottamazione degli impianti, per le aziende che vogliono dismettere o riconvertire l’attività, oltre al sostegno all’occupazione attraverso l’esonero dei contributi previdenziali e gli sgravi dei contributi per i lavoratori.
In questo contesto è importante l’impegno diretto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Ministro per il Sud Barbara Lezzi che nel recente incontro a Lecce – continua la Coldiretti – hanno garantito 300 milioni di euro di risorse aggiuntive, oltre ai 100 milioni già stanziati con la Delibera Cipe, che è necessario ora arrivino realmente agli agricoltori, ai frantoiani e ai vivaisti oltre ad attuare una reale e concreta semplificazione del mercato del lavoro.
Lo stesso decreto emergenze pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo ben 20 giorni dall’approvazione del Consiglio dei Ministri – precisa la Coldiretti – deve essere riempito di contenuti e risorse prima della conversione in Legge perché è una scatola vuota che non affronta tra l’altro il dramma degli agricoltori colpiti da xylella che non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per mantenere le proprie famiglie.
A rischio un patrimonio economico, occupazionale, ambientale e turistico che sotto la pressione dei cambiamenti climatici che compromettono i raccolti e dell’avanzare della Xylella rischia ora di sparire bruscamente senza l’adozione di adeguate misure.

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