Coldiretti e Princes uniscono i propri sforzi per sostenere il “Made in Italy” della filiera del pomodoro valorizzandone l’elevata qualità e l’identità nazionale, con l’obiettivo di ridare competitività a un comparto strategico per l’agricoltura italiana, assicurando un futuro sostenibile e duraturo a tutta la filiera. Il tutto attraverso la definizione di un “Accordo di Filiera” rivoluzionario che garantisce produzioni di qualità eccellenti, sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale: da sempre obiettivi strategici e distintivi dell’azienda, ora condivisi con Coldiretti. I coltivatori si vedranno riconosciuto un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti per rispettare il disciplinare di produzione previsto dall’Accordo di Filiera triennale e basato su una equa pianificazione degli investimenti.
“L’accordo si sposa perfettamente con la misura di trasparenza per produttori e consumatori entrata in vigore l’anno scorso, dopo che dall’estero – rileva Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia, aprendo i lavori a cui hanno partecipato agricoltori arrivati dalla Puglia, dalla Campania e dalla Basilicata – sono arrivati nel 2017 ben 170 milioni di chili di derivati di pomodoro che rappresentano circa il 25% della produzione nazionale in equivalente di pomodoro fresco. Un fiume di prodotto che per oltre 1/3 arriva dagli Stati Uniti e per oltre 1/5 dalla Cina e che dalle navi sbarca in fusti da 200 chili di peso di concentrato da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro. L’accordo si prefigge lo scopo di rendere più equilibrata e coerente la distribuzione del valore lungo la filiera per contrastare pratiche commerciali sleali come i casi di aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione, nonostante il codice etico firmato l’anno scorso fra il Ministero delle Politiche Agricole e le principali catene della grande distribuzione
Quasi un barattolo di pomodori pelati Made in Italy su cinque esportati finisce in Gran Bretagna che è dipendente dall’estero per l’80% del pomodoro che consuma e rappresenta per l’Italia uno sbocco di mercato di vitale importanza che la Brexit, soprattutto in caso di mancato accordo, potrebbe mettere a rischio.
“Siamo orgogliosi di condividere con Coldiretti il nostro impegno quotidiano per sostenere la filiera del pomodoro pugliese basandoci sulla piena sostenibilità sotto il profilo economico, sociale ed etico del lavoro. Nell’ambito del nostro impegno, crediamo che questo “Contratto di Filiera” sia un’ulteriore accelerazione e una pietra miliare per il futuro di tutto il settore – commenta Gianmarco Laviola, Amministratore Delegato di Princes Industrie Alimentari – e speriamo venga presto seguito da altri attori della filiera, con i quali siamo sempre disponibili a condividere obiettivi comuni.”
“Il 40 percento del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata. La provincia di Foggia è leader nel comparto con 3.500 produttori di pomodoro che coltivano mediamente una superficie di 32 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 175.000.000 euro. Un bacino produttivo straordinario se confrontato al resto d’Italia con i suoi 55 milioni di quintali di produzione e i 95mila ettari di superficie investita, una realtà che va salvaguardata e promossa, perché rappresentata da imprese agricole e agroalimentari pugliesi che operano con grande professionalità e in assoluta trasparenza”, ha detto il presidente di Coldiretti Foggia, Giuseppe De Filippo, ricordando i numeri della produzione in provincia di Foggia durante la presentazione del Contratto di Filiera 2019-2020-2021.
Nel contesto dell’accordo, Princes e Coldiretti svilupperanno congiuntamente un’innovativa piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain che per la prima volta in Italia verrà applicata a un prodotto trasformato industrialmente. La piattaforma garantirà la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera e il rispetto di tutti i requisiti previsti con forti benefici in termini di sicurezza, efficienza e automazione delle transazioni interaziendali. La blockchain, grazie a registri informatici distribuiti e concatenati, fornirà ulteriore garanzia che il pomodoro provenga da cooperative che rispettano gli standard etici richiesti.
acqua, etc.).