Presto anche nelle aree a minor rischio sismico, come gran parte della Puglia, si potrà applicare l’agevolazione fiscale del Sismabonus fino all’85% per demolizioni e ricostruzioni. Lo ha assicurato il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Michele Dell’Orco, intervenuto a Bari in occasione del quinto convegno nazionale organizzato da SI&A. L’estensione di questo incentivo, fortemente voluta dai costruttori dell’Ance e dalla Scuola Ingegneria & Architettura, è stata recepita nella bozza del DL Crescita, che dovrebbe essere varato la prossima settimana.
“Nel DL Crescita di ormai prossima approvazione – ha dichiarato Dell’Orco – è prevista l’estensione della massima agevolazione fiscale anche alle zone 2 e 3, coprendo in questo modo la quasi totalità del territorio nazionale. Attualmente, infatti, solo il 10% del nostro Paese può godere di tutti i benefit previsti ora per le sole aree a rischio sismico 1. È questo un intervento che cerca anche di rispondere alle richieste di costruttori e industriali, congiuntamente allo ‘sbloccacantieri'”.
La novità è di particolare interesse per la Puglia, che presenta un territorio più vulnerabile dal punto di vista sismico di quel che comunemente si pensa. Dieci comuni pugliesi dell’area garganica si trovano, infatti, in zona sismica 1, quella dove è più elevata la probabilità di forti terremoti, e ben 105 (fra cui anche l’area di Bari, Barletta, Andria, Trani, Foggia e Taranto) si trovano in aree a rischio medio-basso, le zone 2 e 3. Attualmente in queste aree sono agevolati solo interventi di miglioramento e adeguamento antisismico degli edifici esistenti, e non interventi di vera propria sostituzione edilizia, con demolizione e ricostruzione dei fabbricati.
Di questa opportunità per rilanciare l’edilizia in Puglia e in gran parte del Paese hanno discusso con il sottosegretario Dell’Orco, durante il convegno della Scuola Ingegneria & Architettura, il presidente di SI&A Amedeo Vitone, il coordinatore del convegno e vicepresidente di SI&A Roberto Lorusso, il presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Donato Carlea, il presidente nazionale di ANCE Gabriele Buia, il docente dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” Edoardo Cosenza, il membro del CEN (Comitato Europeo di Normazione) e docente di SI&A Fabrizio Palmisano insieme anche a Emanuele Renzi, coordinatore del Servizio Tecnico Centrale del CSLLPP, Antonio Lucchese, componente del Servizio Tecnico Centrale del CSLLPP, Gianluca Ievolella, già componente del CSLLPP e neo Provveditore Interregionale Opere Pubbliche Sicilia e Calabria, e Lidia Tulipano della C2R Energy Consulting, spin-off del Politecnico di Torino.
L’ opportunità di avviare una stagione di rigenerazione urbana attraverso il decreto crescita è stata ribadita dal presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili Gabriele Buia che ha però sollecitato anche misure incisive di semplificazione burocratica. “Il decreto crescita allo studio del Governo – ha dichiarato Gabriele Buia – è un’occasione che non va sprecata se vogliamo avviare una nuova stagione di rigenerazione e sviluppo per le città e i territori e per questo chiediamo misure concrete per semplificare la selva burocratica che blocca gli interventi pubblici e privati e rafforzare l’utilizzo degli incentivi fiscali. Rottamare edifici vecchi e insicuri e intervenire sulle aree degradate deve essere non solo possibile, ma conveniente per cittadini e imprese”.
“Il Sismabonus è un ottimo incentivo per rendere i nostri edifici più sicuri – ha aggiunto Domenico De Bartolomeo, Vicepresidente nazionale dell’Ance e Presidente di Confindustria Puglia – che può favorire la rigenerazione urbana e dare respiro al settore delle costruzioni. Il nostro auspicio è che questa misura sia estesa, per ciò che riguarda i benefici per la sostituzione edilizia, anche alle zone a rischio sismico 2 e 3 e quindi anche a gran parte della Puglia. Siamo fermamente convinti che attraverso la sensibilizzazione dei territori con iniziative come questa sia realmente possibile puntare ad una maggiore sicurezza del nostro Paese e nel contempo garantire benefici indiretti per il tessuto economico. Si tratta di un’occasione per rilanciare un’economia del territorio ancora in grave difficoltà e una opportunità per le nostre imprese”.