M5S, Conca: “Ripartiamo dagli eletti”

“Lo dissi a Di Maio, per frenare gli arrivisti e per creare la fucina della futura classe dirigente sarebbe bastato introdurre la regola, secondo la quale, per candidarsi al parlamento nazionale ed europeo si dovesse prima aver svolto un mandato, da eletto, nel comune o nella Regione di residenza”, la racconta così Mario Conca, consigliere nella massima assise pugliese in quota ai pentastellati, quando gli si chiede della fase interna al Movimento. I numeri del voto sardo aprono una riflessione, in primis sul restyling organizzativo: vincolo del secondo mandato a partire dai livelli locali e alleanze in cima alla lista delle questioni da discutere, rigorosamente on line, blindano dai piani alti dei Cinque Stelle. L’esponente pugliese ribadisce la necessità dell’apprendistato nelle assemblee, come la sua a Gravina, e non risparmia stilettate all’attuale vertice. “Gli avevo anche detto – spiega dai social riferendosi a Di Maio – di pensare ad una struttura leggera ma condivisa con la base e non imposta dall’alto, perché l’anarchia è un male peggiore dell’oligarchia”. E in effetti in tale direzione dovrebbe andare anche la proposta del Capo politico in carica, pur tutta da definire. Intanto, i tempi sono stretti per la corsa alle Europee, vale per il barese Sabino Mangano, portavoce uscente in Aula Dalfino, e per la doppietta Alberto De Giglio e Mario Furore, primo dei quali numero uno della comunicazione del gruppo pugliese e con il secondo fresco di rinuncia alle ultime Politiche. E dopo gli euroscranni di Bruxelles, anche la corsa al dopo Emiliano sarà più vicina.

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