Tommy Parisi fu arrestato e condotto in carcere dopo due giorni di latitanza per il reato di trasferimento fraudolento di beni con l’aggravante mafiosa, per aver intestato fittiziamente a quattro prestanome altrettanti centri scommesse con sede a Bari e in provincia. Fu poi scarcerato il 22 dicembre con concessione degli arresti domiciliari, ma il 5 febbraio scorso è tornato in carcere, a Poggioreale. Il Tribunale, su richiesta della Procura, ha infatti disposto l’aggravamento della misura cautelare perché l’indagato avrebbe violato alcuni degli obblighi imposti. La difesa, l’avvocato Nicola Lerario, ha impugnato il provvedimento ed è in attesa che
venga fissata la discussione. Nelle scorse settimane i pm della Dda di Bari Renato Nitti e Giuseppe Gatti hanno chiesto il giudizio immediato per tutti i 21 indagati e l’inizio del processo è fissato per il 2 aprile, salvo richieste di riti alternativi, come quella preannunciata dalla difesa di Parisi. Tra gli imputati ci sono Vito e Francesco Martiradonna, padre e figlio, attualmente detenuti ai domiciliari, presunti capi dell’organizzazione mafiosa con base logistica a Bari, accusati di aver creato un sistema transnazionale di scommesse illegali online stringendo accordi anche con gruppi malavitosi in Sicilia, Campania e Calabria.