Manovra, la Camera si trasforma in corrida stile “sangue e arena”

L’editoriale di Onofrio D’Alesio

– Urla e insulti, accuse e invettive, sospensione dei lavori, proteste e provocazioni. A Montecitorio la manovra scalda gli animi fino a sfiorare la rissa e il contatto fisico al quale si aggiunge, per rendere lo spettacolo ancora più disgustoso, il lancio di un libro di Fiano (Pd) all’indirizzo del sottosegretario pentastellato Garavaglia. È il triste, indegno e sintetico epilogo della discussione alla Camera sulla manovra finanziaria. Uno scontro che è proseguito attimo dopo attimo mentre il governo ha deciso di porre la questione di fiducia. Si voterà domani, sabato, a partire dalle ore 18.30 senza se e senza ma per arrivare faticosamente al traguardo e chiudere la corsa contro il tempo per approvare il provvedimento entro il 31 dicembre, pena un disonorevole ricorso all’esercizio provvisorio. L’ ostruzionismo dell’opposizione ha rasentato il ridicolo compresa la richiesta avanzata dal Pd di rinvio in commissione del testo, mai realmente discusso dopo l’approvazione con fiducia in Senato. Il 9 gennaio intanto la Consulta esaminerà il ricorso prensentato dai democratici in materia di conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Secondo i dem, il governo ha scavalcato le prerogative parlamentari. Sicuramente quei parlamentari che hanno superato se stessi consegnando ai media nazionali e internazionali l’immagine di una vera e propria Arena nella quale a contendersi il primato è stato l’esercito dei non di eletti dal popolo ma dei nominati dai partiti.

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