Hanno risposto a tutte le domande confermando quanto già sostenuto dinanzi alla Procura nei giorni scorsi, i due imprenditori agli arresti domiciliari per corruzione dal 26 dicembre nell’ambito dell’indagine su tangenti all’ex capo della protezione civile regionale Mario Lerario.
Quest’ultimo è in carcere dal 23 dicembre, arrestato in flagranza dopo aver intascato una mazzetta da 10 mila euro.
Il primo ad essere sottoposto questa mattina ad interrogatorio di garanzia è stato Luca Leccese, di Foggia.
L’interrogatorio, celebrato da remoto, è durato poco più di venti minuti. Dinanzi alla gip Anna Perrelli e al procuratore Roberto Rossi, Leccese ha confermato di aver consegnato a Lerario una mazzetta da 10 mila euro, quella che è costata all’ex dirigente l’arresto in flagranza. Ha ribadito di aver voluto dare a Lerario un “regalo natalizio” come ringraziamento per un appalto da 2 milioni e 500 mila euro relativo a dei lavori al Cara di Borgo Mezzanone (Foggia) che la sua società aveva ottenuto. I difensori dell’imprenditore, gli avvocati Gianluca Ursitti e Nicola Zingrillo, si sono riservati di chiedere la revoca della misura cautelare.
Da remoto si è svolto per circa un’ora anche l’interrogatorio dell’altro imprenditore arrestato, Donato Mottola che ha confermato di aver consegnato una mazzetta da 20 mila euro a Lerario “per un debito di riconoscenza” nei confronti della famiglia del dirigente, anche per ragioni personali. Ha poi precisato di non avere con Lerario alcun accordo preventivo relativo a quella dazione di denaro. Nell’interrogatorio Mottola è stato assistito dall’avvocato Maurizio Tolentino. La difesa si riservata di chiedere la revoca o sostituzione della misura cautelare, anche sulla base del fatto che Mottola si è dimesso dalla carica di amministratore della società in affari con la protezione civile. (ANSA).