Anziano ridotto in povertà e costretto all’isolamento. Arrestata dai carabinieri una badante per circonvenzione d’incapace. È accaduto a Bari, nel quartiere Picone, dove i militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia in carcere nei confronti di Anna Mininni, 37 anni e già nota alle Forze dell’Ordine, ritenuta responsabile di circonvenzione di persone incapaci per aver abusato dell’infermità di un anziano deprivandolo di ogni bene fino a ridurlo in povertà e costringendolo ad un isolamento completo dai suoi affetti e all’interruzione delle cure sanitarie.
Le indagini hanno fatto emergere la storia del signor G. (lo chiameremo con la sola iniziale) il quale, dopo aver lavorato una vita onestamente, ha dovuto affrontare la malattia, la perdita della moglie ed infine dopo l’incontro con la 37enne, i maltrattamenti, l’isolamento, la rovina economica e il progressivo peggioramento dello stato di salute che lo ha portato a un passo dalla morte.
Tutto trae origine agli inizi del marzo scorso, quando i militari sono intervenuti in ausilio di un equipaggio del 118 che nel tentativo di soccorrere un 70 enne, caduto in casa, sono stati aggrediti dalla badante entrata nell’appartamento pretendendo che non fosse somministrata alcuna cura.
Il sig. G., malato da tempo, era in condizioni pessime, solo, senza farmaci, senza cibo, digiuno da giorni, incapace ormai di provvedere a sé stesso, in un ambiente (il suo appartamento) diventato insalubre. Nonostante le evidenti condizioni di disagio, la sedicente badante pretendeva che i sanitari ed i militari si allontanassero lasciando che lei provvedesse, come sosteneva di saper fare, alla salute dell’uomo. Le condizioni di salute del Sig. G., erano così compromesse e tale era lo stato di abbandono e degrado in cui era stato costretto dalla Mininni che probabilmente non avrebbe potuto sopravvivere alle successive 24/48 ore.
Ad ogni modo, l’aggressività mostrata dalla donna verso sanitari e Carabinieri è divenuta tale che ha costretto i militari ad allontanarla di forza per lasciare che l’uomo ricevesse le necessarie cure.
Una volta terminato l’intervento del 118, sono stati allertati i servizi sociali e i militari intervenuti hanno condotto l’uomo in una casa di cura che potesse ristabilirne le funzioni vitali. Parallelamente i Carabinieri hanno informato la Procura della Repubblica e richiesto la nomina di un amministratore di sostegno per sottrarre l’anziano dalla sfera di dominio della badante, la quale nonostante l’allontanamento e le intimazioni ricevute dai militari, continuava insistentemente a chiamare sul cellulare l’anziano, pretendendo di imporre, ormai senza successo, la propria presenza.
L’uomo una volta al sicuro, con le ultime forze rimaste e con un filo di voce, ha confessato ai militari di essere stato obbligato all’isolamento, completamente soggiogato dalla sua badante alla quale ormai aveva versato tutti i suoi risparmi e dalla quale subiva minacce e percosse quotidiane. Il Sig. G. ha spiegato che la donna in realtà non svolgeva nei suoi confronti nessun compito di assistenza, costringendolo a stare chiuso in casa e limitandosi ad andare nel suo appartamento una volta al mese per sottrargli tutta la pensione o per fargli accendere finanziamenti in suo favore o in favore del figlio; finanziamenti che ormai non riusciva più ad onorare.
Il giorno successivo all’intervento, i militari hanno fatto ricongiungere l’uomo con i suoi familiari i quali a causa delle minacce e delle aggressioni subite dalla Mininni si erano dovuti allontanare orami da tempo. Così il Sig. G. ha potuto riabbracciare la mamma 90enne, la sorella e il cognato che ora potranno tornare ad occuparsi di lui.
Per come riscontrato attraverso le indagini, il progetto criminoso della donna era iniziato all’incirca alla metà del 2017, epoca in cui aveva avvicinato il Sig. G., proponendosi come badante per il compenso di 450 euro mensili, rispetto ai quali tuttavia svolgeva ben pochi servizi sino a limitarsi a svolgere una sola ora di lavoro al mese. Da subito aveva iniziato a costringere l’uomo ad effettuare grosse elargizioni fra denaro contante e bonifici (anche quotidiani) per diverse migliaia di euro, sino a prosciugarne del tutti i conti bancari, causando un ammanco quantificato in circa 140mila euro di risparmi (senza contare il danno subito per la svendita di un appartamento e per il completo depauperamento del capitale della polizza vita della defunta moglie, anch’essi assorbito dalla donna).
È apparso chiaro quindi il progetto e la ragione dell’ostinazione della 37enne, la quale una volta che il Sig. G. fosse deceduto in maniera “naturale”, ne avrebbe potuto occupare l’appartamento dove aveva già trasferito la sua residenza e che rivendicava in più occasioni e apertamente come proprio.
La spudorata sfacciataggine della Mininni non ha trovato alcun limite nemmeno dopo che il Sig. G. era orma sotto la custodia dei militari e dell’amministratore giudiziario. Alcuni giorni dopo il collocamento in una casa di cura infatti, avendo scoperto dove si trovasse l’anziano, la donna è andata a prenderlo conducendolo ancora in pigiama nella sua banca per effettuare un prelievo di mille euro. L’episodio è andato però a vuoto per un nuovo intervento dei militari che seguendo giornalmente le sorti dell’uomo si sono accorti di quanto stava accadendo, bloccando il prelievo e raggiungendo l’uomo in casa dove la donna lo aveva di nuovo relegato (peraltro sfondando la porta e lasciandola spalancata). L’anziano è stato così ricondotto nella casa di riposo.
Ora la donna, grazie alla tempestiva risposta della giustizia, è rinchiusa in carcere e non può più nuocere al Sig. G. a cui sono stati restituiti gli affetti e la dignità perduta.