Un piatto caldo fumante ma non acquistato dalle solite rosticcerie e con il sapore di qualcosa preparato in casa, con la saggezza della cucina popolare. Tornati stanchi dal lavoro e l’ultima cosa che vorreste fare e mettervi in cucina a preparare la cena? Bene. Una app ha risolto il problema coniugando la poca volontà di mettersi ai fornelli ai sapori e al gusto della tradizione casalinga. E tutto questo – ovviamente a domicilio.
Ecco Sottocuoco, la app nata dall’idea è Barbara Politi, giornalista esperta in enogastronomia, già autrice del format Pranzo di Babette, in collaborazione con il centro studi e ricerche Spazi Comuni, diretto da Francesco Pezzulli, sociologo, ricercatore e esperto in applicazioni innovative. È la prima startup del food delivery che vede protagonisti tutti coloro che hanno una grande passione per i fornelli, tanto da farne un lavoro. Il servizio infatti permette di scegliere una pietanza e di averla direttamente a casa preparata da cuochi amatoriali.
All’inizio del 2018, ben 4 milioni di italiani hanno utilizzato una app per farsi consegnare il cibo a casa. Un trend che riguarda soprattutto le grandi città e la fascia di età compresa tra i 25 e 45 anni, adulti sempre meno propensi a perdere tempo fra il frigo da riempire e le pentole, e con il timore di spendere troppo al ristorante. Il mercato, secondo una stima di Coldiretti, sembra destinato a crescere. SottoCuoco coglie questo trend, ma diversifica l’offerta, perché promuove la cucina del territorio e propone l’home food come mezzo di integrazione sociale. Un modo per vivere una esperienza identitaria a tavola, per mettere a sistema la cucina casalinga e per muovere i primi passi nel mondo dell’autoimprenditoria.
“Sui social – racconta la foodblogger – ho creato una community da cui è nata Puglia laboratorio, una start up che ha l’ambizione di soddisfare le esigenze dei buongustai e di offrire una opportunità a chi della manipolazione del cibo vuole farne un mestiere”.
SottoCuoco è una app che coniuga domanda e offerta e permette agli aspiranti chef (i SottoCuochi) e ai golosi (le buone Forchette) di incontrarsi. Il sottocuoco si registra gratuitamente sul sito www.sottocuoco.com o tramite l’app (è disponibile su iOS e Android), specifica la città in cui vuole proporre i propri servizi, carica foto, ingredienti utilizzati e listino prezzi dei piatti che prepara, e il gioco è fatto.
L’utente che si registra come forchetta non deve fare altro che selezionare il piatto o il servizio che desidera e prenotare con un click, per trovarsi il proprio manicaretto preferito consegnato direttamente a casa. Viene così allestito un ristorante virtuale, senza intermediazioni. La piattaforma è libera e gratuita: a decretare il successo dei singoli sono le recensioni. Un sottocuoco può decidere di vendere un piatto, un menù, di organizzare un pranzo o una cena a casa sua oppure di cucinare nell’appartamento del cliente. Viene rilasciata una ricevuta non fiscale, consegnata come promemoria al commercialista e dichiarata sotto la formula di redditi diversi.
“Ci siamo ispirati al film “Amici miei” per scegliere il nome di SottoCuoco – aggiunge Barbara Politi – perché vogliamo promuovere i valori della convivialità, del rispetto delle tipicità territoriali e della genuinità, offrendo a tutti coloro che coltivano l’amore per i fornelli la possibilità di trasformare questo talento in una occupazione”.
Aspetto, quest’ultimo, su cui pone l’accento l’assessore al Lavoro e alle Politiche giovanili, Paola Romano, durante la presentazione barese dell’iniziativa: “Aiutare le persone ad incontrarsi è una delle sfide del nostro tempo. Questo progetto innovativo permette ai giovani di sviluppare nuove professioni e di seguire le proprie attitudini: il portale può diventare una vetrina per gli studenti degli istituti alberghieri che hanno il desiderio e la necessità di mettersi in mostra”.