Per tre anni avrebbe utilizzato le stesse marche da bollo di contributo unificato su pratiche diverse ma facendosele pagare ex novo dagli avvocati. E’ stato scoperto il “trucchetto” di una operatrice giudiziaria della Sezione Lavoro del Tribunale Civile di Bari che è stata interdetta per un anno dal lavoro, secondo quanto emerso dalle indagini della guardia di finanza.
La donna, tra il 2013 e il 2016, avrebbe ottenuto un profitto illecito di circa 20 mila euro. All’indagata la Procura di Bari contesta i reati di peculato, sottrazione, distruzione ed occultamento di atti veri, truffa aggravata in danno dello Stato e autoriciclaggio.
Stando alle indagini dei militari, la signora avrebbe asportato, per poi appropriarsene, “numerosissime marche di contributo unificato, applicate sulle note di iscrizione a ruolo delle controversie in materia di lavoro, di cui aveva la disponibilità”.
Avrebbe quindi sottratto, occultato e distrutto quelle note di iscrizione a ruolo e riutilizzato le marche su nuove note di iscrizione a ruolo, “dissimulando artificiosamente – spiega la Procura – i segni dell’annullo precedente”. Infine avrebbe indotto in errore gli avvocati, ai quali “prometteva falsamente di provvedere personalmente all’apposizione dei valori bollati sulle note di iscrizione a ruolo in corso di deposito, facendosi così consegnare il denaro corrispondente al valore delle marche ovvero – concludono gli inquirenti – le stesse marche non ancora applicate adesivamente all’atto”.