I tumori non operabili del fegato e del pancreas sono la nuova frontiera delle cure offerte dall’Istituto tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari, grazie al ‘gemellaggio’ di Oncologia interventistica con l’Istituto universitario di Medicina nucleare. Lo stato dell’arte e le nuove prospettive terapeutiche saranno presentate i prossimi 28 e 29 novembre nella sala conferenze dell’Irccs in viale Orazio Flacco, come emerso oggi dalla presentazione alla stampa dell’incontro tenuto dal direttore generale, Vito Antonio Delvino, e dai prof.Cosmo Damiano Gadaleta e Giuseppe Rubini. “Ci muoviamo tra la chemio e la chirurgica, con una terza via – ha spiegato Delvino – che consente di intervenire somministrando farmaci chemioterapici o isotopi radioattivi solo nell’organo ospitante il tumore, con protocolli rivolti ai quanti non hanno più possibilità di curarsi con tecniche mediche e chirurgiche convenzionali”. “Una ‘tempesta modulata’ di chemio o di isotopi radioattivi che riesce a colpire ‘h24’ le varie generazioni delle cellule tumorali, grazie alle nuove applicazioni da noi studiate in 10 anni di preparazione, che già oggi fanno di noi il punto di riferimento dell’Italia centro meridionale”. “Abbiamo lavorato per due anni su 70 pazienti ed abbiamo ottenuto – ha aggiunto Rubini – un miglioramento della sopravvivenza superiore alle tecniche tradizionali, con meno effetti collaterali”. Nel convegno sarà fatto il punto sulle applicazioni della tecnica intra-arteriosa e di rimodulazione vascolare, oltre che sui sistemi percutanei, con strumenti che dalla cute raggiungono l’organo malato rendendo possibile somministrare farmaci direttamente ed esclusivamente nel tumore o demolirlo con mezzi fisici, quali calore, freddo, sostanze radioattive. Si parlerà anche dell’elettroporazione, che permette di modificare la permeabilità della membrana cellulare rendendo possibile un miglior ingresso di farmaci.