A venti giorni dall’arresto Francesco Bellomo, l’ex giudice barese del Consiglio di Stato che imponeva minigonne e dress code alle sue borsiste, torna libero ma non potrà insegnare per un anno. Bellomo era ai ‘domiciliari’ dal 9 luglio per presunti maltrattamenti su 4 donne, tre ex borsiste e una ricercatrice della sua Scuola di Formazione per la preparazione al concorso in magistratura ‘Diritto e Scienza’, ed estorsione ad un’altra ex corsista per averla costretta a lasciare il lavoro in una emittente locale. A stabilirlo il Tribunale del Riesame, in parziale accoglimento dell’istanza della difesa, riqualificando i reati da maltrattamenti in concorso in tentata violenza privata aggravata e stalking, e da estorsione in violenza privata. I giudici hanno quindi sostituito la misura cautelare degli arresti domiciliari con quella del “divieto temporaneo, per la durata di dodici mesi, di esercitare attività imprenditoriali o professionali di direzione scientifica e docenza, interdicendogli in tutto le attività ad esse inerenti”. Le motivazioni della decisione del Riesame si conosceranno tra 45 giorni.
Secondo investigatori e inquirenti Bellomo avrebbe vessato alcune corsiste della sua Scuola in cambio di borse di studio. Alle donne, con le quali avrebbe avuto anche relazioni intime, avrebbe imposto rigidi codici di comportamento e dress code, fino a controllarne profili social e frequentazioni. Per il procuratore aggiunto Roberto Rossi “il Tribunale del Riesame ha riconosciuto i fatti così come descritti nell’ordinanza. La Procura si dice “più che soddisfatta, sarà poi il dibattimento – conclude il magistrato – a decidere sulla colpevolezza dell’indagato”.
Per i difensori di Bellomo, Beniamino Migliucci e Gianluca D’Oria “il quadro sembra notevolmente ridimensionato rispetto alle accuse originarie. Faremo comunque ricorso per Cassazione appena saranno depositate le motivazioni perché non riteniamo sia condivisibile che si inibisca per 12 mesi l’insegnamento”.