Che dire se non tutti bravi i poliziotti e l’intelligence italiana. Finalmente Cesare Battisti potra’ riflettere sul dolore che ha causato con le sue efferate azioni criminali e trovare degno ricovero in un carcere italiano dove festeggerà i suoi futuri compleanni fino all’ultimo. Questo il commento del segretario nazionale del Coordinamento sindacale penitenziario Domenico Mastrulli all’indomani dell’arresto avvenuto in Bolivia dell’ex terrorista. “Finalmente – aggiunge in una nota il leader del sindacato autonomo – si potrà concretizzare in Italia quell’atto di giustizia che da troppo tempo era dovuto alle vittime dei suoi crimini e alle loro famiglie costrette a un ‘fine pena mai’ e a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine che non di rado sacrificano la loro vita per adempiere al difficile compito di contrasto alla violenza e verso ogni forma di prevaricazione”. “Ci sono voluti quarant’anni – aggiunge Mastrulli – ma auspichiamo per Battisti l’apertura delle patrie galere con il giusto regime di detenzione, un regime rigido come altrettanto rigida è stata la barbara uccisione di un ex maresciallo, agente di custodia in servizio nel carcere di Udine avvenuta nel 1978”. Il segretario del sindacato di polizia penitenziaria nel rivolgere il plauso ai colleghi delle forze dell’ordine che in questi lunghi anni non hanno mai smesso di seguire le tracce di Battisti in una latitanza purtroppo supportata anche da Paesi esteri. “Prima o poi – conclude il segretario del Co.s.p. – giunge il momento di pagare il conto e di non potersi sottrarre ai debiti con la giustizia italiana”.