Economia

Giochi e Manovra, come distruggere un settore

Si dice che in Italia sia possibile esercitare la libera impresa. Si dice a parole, ma alla prova concreta dei fatti  il legislatore, di quelle stesse imprese può decretarne anche la morte. Una morte silenziosa che passa attraverso l’irragionevole aumento della tassazione che brucia risorse e investimenti.  Se ci aggiungiamo una discreta dose di ipocrita moralismo allora il gioco è fatto. E i disoccupati che verranno ringraziano con buona pace del reddito di dignità prossimo e futuro. La manovra del governo da’ il colpo di grazia all’industria del gioco legale facendo cassa, salvaguardando le grandi lobbies e uccidendo tutti gli altri.  Come dire, utilizzo la bandierina del contrasto alla  ludopatia per finanziare il welfare. Se il principio non è paradossale è fuori ogni ragionevole logica. Quello preso di mira è il settore delle apparecchiature da intrattenimento.  Ma il governo ha deciso di contrastare le dipendenze patologiche da gioco buttando il bambino con tutta l’acqua sporca, rimpinguandosi le cassa e introducendo un proibizionismo di facciata. Inutile e pericoloso. Se appare scandaloso e intollerabile il prelievo erariale oltre quello introdotto con il decreto dignità, la riduzione della percentuale di vincita minima non penalizza solo il giocatore, che sceglierà altre strade, ma riempirà le casse dello Stato. Sono queste le armi bianche utilizzate dal governo. Ma per mandare in rovina migliaia di imprese e di lavoratori, bruciando investimenti e il fallimento di un intero indotto. Lo sostiene  trionfalmente Di Maio il quale nell’ultimo video ammette che il gioco pubblico nazionale è il più tassato d’Europa. Il vice premier parla di gioco d’azzardo nella piena inconsapevolezza che l’effetto sarà il trasferirimento del gioco legale dalle mani dello Stato a quelle della criminalità organizzata.  Nel provvedimento tritacarne ci finisce la parte sana di un settore composto da piccole e medie imprese, aziende, gestori e lavoratori. Ma per far si che il bagno di sangue sia totale c’è l’ultima ciliegina sulla torta:  la doppia rottamazione delle apparecchiature che dovranno essere adeguate per la riduzione del pay out e poi ancora per l’obbligo di utilizzo della tessera sanitaria. Nel frattempo il GrattaeVinci impera: l’aggio sulle vincite che nelle precedenti bozze era stato ridotto, di colpo è rimasto invariato. Questione di lobby ma Di Maio finge di non saperlo. 

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