Il Governo ha rinunciato all’impugnativa presso la Corte Costituzionale della legge regionale 57/2018, che aveva introdotto in Puglia il Codice identificativo per le strutture non alberghiere. La notizia arriva dall’Avvocatura Generale dello Stato.
Ha avuto esito positivo la nota con cui la Regione Puglia aveva chiesto al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo di desistere dall’impugnativa, anche a seguito della sentenza dello scorso aprile della Corte Costituzionale che si era pronunciata su un’analoga impugnativa nei confronti della Regione Lombardia. La Corte aveva ritenuto non fondata l’impugnativa del Governo in quanto è legittimo per la Regione prevedere che anche i locatori turistici e i loro intermediari si debbano munire di un apposito codice identificativo di riferimento per ogni singola attività ricettiva da utilizzare nella pubblicità, nella promozione e nella commercializzazione dell’offerta turistica; si tratta di una legittima conseguenza dell’esercizio da parte della Regione della propria competenza residuale in materia di turismo, di un adempimento amministrativo (acquisizione del Codice identificativo di struttura) precedente ed esterno al contratto di locazione turistica, che non incide sulla libertà negoziale e sulla sfera contrattuale che restano disciplinate dal diritto privato.
“Abbiamo voluto dotare di un codice identificativo tutte le strutture ricettive non alberghiere, che a differenza degli alberghi , sono soggette a vincoli meno stringenti, per porre un argine al proliferare dell’abusivismo e garantire un sistema di accoglienza nel rispetto delle regole. Il contenzioso sollevato dal Governo ci era sembrato inutile e ingiusto, posto che, cosa ancora più grave, una legge sull’argomento, più volte annunciata, non era stata ancora emanata; e soprattutto in questo momento in cui dobbiamo difendere la crescita del turismo e garantire trasparenza e legalità nei confronti di chi invece rispetta le leggi e paga le tasse – commenta l’Assessore Capone – La Regione Puglia ha inteso creare una mappa del rilevante fenomeno della concessione in godimento a turisti di immobili di proprietà, a prescindere dallo svolgimento di una attività imprenditoriale, proprio per poter esercitare al meglio le proprie funzioni di vigilanza e controllo delle attività turistiche. Con Pugliapromozione abbiamo commissionato numerose ricerche per conoscere l’entità del sommerso nel settore ricettivo in Puglia. In base ai dati rilevati il moltiplicatore turistico per l’intera Puglia è stato nel 2016 di 5,15. In altre parole per ogni presenza turistica Istat ve ne sono state altre 4,6 che non sono state rilevate e non appaiono. Che esista in Puglia una proliferazione di strutture non alberghiere, non tutte codificate, lo dimostrano le migliaia di annunci sui vari siti di prenotazioni, oltre ai dati di Federalberghi. Adesso, finalmente, superata l’impugnativa del Governo, con la creazione del Registro regionale delle strutture ricettive non alberghiere e l’obbligo di indicare il codice in ogni forma di promozione e pubblicità, si semplificano i controlli e si pongono le basi per diminuire l’abusivismo e garantire una offerta nel rispetto delle regole”.