Lo stipendio non arriva da metà aprile scorso nonostante ad ottobre 2018 sia stato anche decurtato con la firma del nuovo contratto, a tre mesi dall’entrata di Shernon, la nuova holding che ha preso in mano le sorti degli stabilimenti italiani di Mercatone Uno e che li ha portati definitivamente al fallimento arrivato nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 maggio.
La cessazione del rapporto di lavoro è giunto ai dipendenti con un messaggio su whatsapp o su facebook, “un modo paradossale per essere mandati a casa”, dicono i 47 lavoratori che dallo scorso fine settimana non sanno più a chi rivolgersi.
Fortunatamente dalla task force regionale e dal Mise hanno garantito l’immediato avvio degli ammortizzatori sociali ma anche per questo ci vorranno tempo e fondi. Per ora di sicuro c’è solo l’incertezza del futuro e di un lavoro che dura da circa 20 anni.
Le storie dei dipendenti della Mercatone Uno – nell’hub barese ci sono anche un marito e moglie che condividono casa e lavoro – si intrecciano a quelle dei consumatori che adesso non vedranno più evasi i loro ordini – per i quali hanno già versato degli acconti – e non sanno che pesci prendere.
In Puglia sono quasi 300 i lavoratori che attendono risposte tra le sedi di Terlizzi, Matino, Surano, Lecce e, ovviamente, il capoluogo pugliese. E poi c’è il caso dello stabilimento di San Cesario che il 17 giugno prossimo subirà anche lo sfratto.