Un tetto di spesa per limitare gli acquisti dei farmaci da parte delle Asl. E’ quanto ha stabilito la Giunta Regionale approvando le “Misure Urgenti per il contenimento della spesa per l’assistenza farmaceutica convenzionata”.
L’obiettivo è riportare i consumi di farmaci dei pugliesi al livello dei consumi medi italiani che, a quanto pare, è di gran lunga superiore alla media nazionale.
Stando all’analisi posta in essere dalla regione, il disallineamento con i consumi delle altre regioni risulta più marcato per alcuni farmaci. È il caso degli antibatterici per uso sistemico, per esempio, sulle quali in Puglia si registra un + 38% rispetto alla media nazionale. Stessa cifra per la vitamina D.
Differenze si registrano pure per gli inibitori di pompa protonica, ovvero farmaci contro gastriti, ulcere e reflusso (+ 22 per cento rispetto alla media). Ma la punta più alta si tocca con gli eparinici (+ 70 per cento), anticoagulanti utilizzati in particolare su soggetti cardiopatici.
E soprattutto sui preparati inibenti la formazione di acido urico (+ 90 per cento rispetto alla media) utilizzati per curare la gotta.
Per questo la stessa Regione punta prima di tutto a limitare le uscite delle Asl, con l’adozione di un nuovo tetto di spesa della spesa farmaceutica convenzionata pari a 596 milioni di euro per il 2019. Poi prevede nuovi controlli sui medici prescrittori.