Trentamila famiglie pugliesi raggiunte dal Reddito di Dignità e 12mila i cittadini che hanno beneficiato dell’intervento inclusivo lavorativo per 12 mesi.
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’assessore regionale al Welfare Salvatore Ruggeri, insieme con la consigliera del Presidente per l’Attuazione del programma Titti De Simone, hanno partecipato all’incontro per fare il punto sugli esiti e le prospettive del Reddito di Dignità pugliese, lo strumento di contrasto alla povertà istituito dalla Regione Puglia nel 2016, attivo dal gennaio del 2017.
L’incontro ha presentato i risultati ottenuti dal Red in questo biennio e ha tracciato le possibili prospettive della misura, con un’allargamento della platea, anche alla luce dell’entrata in vigore del Reddito di cittadinanza, la nuova misura nazionale che ha sostituito il REI e il SIA.
“Noi oggi stiamo presentando il Reddito di dignità pugliese, una misura che esiste in Puglia sin dal 2016 e che funziona molto bene – ha detto il presidente Emiliano incontrando i giornalisti – i numeri sono altissimi, oltre 30.000 famiglie pugliesi sono sostenute dal Reddito di dignità, peraltro con una modalità molto interessante. Le persone che entrano in questo circuito infatti sono disponibili a lavorare, e laddove non ci sia la possibilità, a dare prestazioni sociali. In più moltissimi sono stati gli stage di lavoro che poi hanno dato buoni risultati”.
“Red è quindi una misura efficiente e funzionante, non è un caos come il reddito di cittadinanza nazionale del quale ancora nessuno sa nulla. Questo sistema si sarebbe potuto applicare a tutte le regioni italiane senza particolari aggravi e senza mettere a rischio il bilancio della Repubblica italiana, come invece è accaduto”. Emiliano ha ribadito di aver più volte dato la disponibilità al ministro Di Maio per fargli conoscere il sistema messo a punto già da due anni in Puglia, ma “non ha mai voluto”.
“Il senso futuro di ReD – ha aggiunto l’assessore regionale al Welfare Salvatore Ruggeri – è proprio quello di continuare a intercettare pugliesi che hanno bisogno, nuove fasce di povertà a cui occorre pensare perché altrimenti continueranno a gravare solo sui già stremati Comuni. Dal 2016 ad oggi, il Governo di questa regione, non solo ha regolamentato una materia che non esisteva sul territorio regionale con la Legge 3 del 2016 e il Regolamento regionale 8 del 2016, ma ha anche affiancato e soprattutto colmato tutte quelle lacune delle forme di sostegno nazionale alla lotta alla povertà che si sono susseguite e si susseguiranno, e cioè SIA, REI e l’attuale Reddito di cittadinanza”.
“Il Reddito di dignità – ha ribadito Titti De Simone – è stata una risposta concreta per oltre 30.000 famiglie pugliesi. Continuerà ad esistere proprio per dare una protezione a coloro che potranno essere penalizzati dalla misura nazionale pur vivendo in condizioni di povertà . E quindi pensiamo ai nuclei familiari numerosi con molti con figli a carico, pensiamo alle famiglie con persone che hanno una disabilità, pensiamo a dei target diciamo specifici che sono i target di fragilità come ad esempio le coppie separate, le donne vittime di violenza le famiglie, quelle appunto con molti figli. Sarà a loro che abbiamo comunque il dovere di continuare a dare delle risposte concrete, come abbiamo fatto in questi anni”.
Sulla integrabilità delle due misure, Red e Reddito di cittadinanza, la De Simone ha specificato che “non sono integrabili come invece era con le altre due misure nazionali (SIA e ReD), occorre capire i criteri di ammissibilità di inclusione del reddito di cittadinanza per poi modulare i nostri target”.