Taglio drastico dei respingimenti soprattutto dai Paesi oltre Adriatico; aumento dei passeggeri in entrata e transito, oltre 250 arresti l’anno e una costa da controllare di oltre mille chilometri.
La 9° zona di polizia di frontiera di Puglia, Abruzzo e Molise tira le somme di tre anni di attività e lo fa a un mese dall’isediamento del nuovo dirigente Stanislao Schimera, giunto direttamente dal vertice della questura di Taranto, e a qualche giorno dall’addio del suo braccio destro Giovanni Casavola, pronto a convogliare alla volta del dipartimento di Venezia.
Il comparto della Polizia di Frontiera che, con i suoi 700 uomini controlla 14 porti e 7 aeroporti tra cui, in particolare, gli scali di Bari e Brindisi, quello portuale merci di Taranto e quello aeroportuale di Pescara, ogni anno controlla oltre 10milioni di transiti. In particolare, tra il 2015 e il 2018 il numero dei respingimenti alla frontiera tra il porto e l’aeroporto sono passati da 2618 a 695 nel capoluogo pugliese e da 1170 a 341 in quello messapico, frutto, commenta il nuovo dirigente, della collaborazione con gli stati extra shengel che hanno inasprito le normative per lasciare il paese. Inutile sottolineare che la costa controllata dalla Nona Zona della Polizia di Frontiera è quella nella quale si verificano il 50% dei respingimenti italiani e gli scali pugliesi (soprattutto quello di Bari) sono in continua crescita per numero di transiti di passeggeri.