Si è riunito questa mattina il Comitato di Sorveglianza del PSR Puglia 2014-2020, che ha approvato all’unanimità la Relazione Annuale di Attuazione 2018 “dalla quale si evince – ha spiegato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia, a margine della riunione – il raggiungimento degli obiettivi e delle performance. Questo è un risultato importante che abbiamo ottenuto con sacrificio e lavoro”.
“In merito all’attuazione del nostro Programma in corso per l’anno 2019, il tema dei ricorsi al Tar su alcuni bandi ha segnato in maniera importante – ha sottolineato di Gioia – tutta quanta la vicenda del Psr. Perché ha minato le misure più performanti e più attese dall’utenza e, allo stesso tempo, imballato tutta la macchina amministrativa regionale, oggettivamente carente per numero di unità. E’ innegabile che se non ci fossero stati tali ricorsi i numeri della Puglia sarebbero stati ben altri. Altrettanto innegabile è che il TAR, facendo decadere le materie del contendere, pur evidenziando le criticità dei bandi, ha riconosciuto che l’operato della Regione era sostenibile a garantire che le graduatorie producessero dei beneficiari. C’è stata una forte ostilità verso la Regione, però gli avvisi, pur carenti in alcune parti, hanno retto al primo grado dell’iter amministrativo confermando la bontà e lealtà del nostro lavoro. Oggi abbiamo fatto presente proprio questo ai Servizi della Commissione europea ovvero il perché queste risorse non sono state ancora spese. Stiamo lavorando alacremente per mettere in sicurezza gran parte delle risorse a nostra disposizione, con tecnicalità aggiuntive che ci dovrebbero consentire di rientrare nel budget che avevamo previsto”.
Non è dello stesso avviso la Coldiretti Puglia che spiega come “secondo i dati dell’ultimo Bollettino MIPaaft al 31 marzo scorso, restano da spendere entro il 31 dicembre prossimo 283,3 milioni di euro, di cui 171,4 milioni del Feasr. Queste risorse sono a rischio disimpegno entro la fine del 2019”, denuncia Savino Muraglia, presidente dell’associazione degli agricoltori.
La Puglia ha speso solo il 20% delle risorse del Psr – aggiunge Coldiretti Puglia – mentre altre regioni hanno valori di oltre il doppio (Veneto 48%; Trento 42%; Bolzano 56%; Molise 40%). Il livello di spesa è inferiore alla media nazionale che supera il 32%.
“Manca una strategia politica chiara e adeguata che riporti lo sviluppo rurale al centro delle scelte, perchè l’assenza di decisioni dei vertici ha impedito alla struttura regionale di operare e risolvere le criticità di attuazione. Ancora irrisolte le criticità legate all’EIP – il sistema informatico regionale – che ancora non consente di fare le istruttorie a sistema e che ha prodotto il ricorso di centinaia di aziende agricole al TAR. Altro tema è quello della semplificazione dei procedimenti previsti dai bandi”, insiste il presidente Muraglia.
“I dati aggiornati al 7 giugno scorso parlano chiaro, ad oggi sono stati erogati solo 332 milioni di euro rispetto al complessivo di 1,6 miliardi di euro”, conclude il presidente Muraglia.
Dall’analisi dei dati sullo stato di attuazione del Psr Puglia 2014-2020 emergono forti criticità, perché la Regione Puglia è tra le regioni italiane che dispone di maggiori risorse Psr – dice Coldiretti Puglia – al 3° posto per risorse allocate dopo Sicilia e Campania, con circa 1.6 miliardi di € di spesa pubblica complessiva, pari all’8% delle Risorse totali sullo Sviluppo rurale per l’Italia.
“No all’ipotesi di nuovi bandi sia sugli investimenti che sui giovani, perché l’apparato burocratico dell’Assessorato non può essere impegnato su nuovi bandi, quando le istruttorie dei vecchi sono solo agli inizi. Per i giovani non è percorribile la strada di un ritorno al passato, con l’erogazione di finanziamenti a pioggia con un secondo bando, quando ci sono quasi 5mila domande di sostegno di giovani che hanno presentato progetti che possono imprimere un’accelerata allo sviluppo rurale della Puglia”, dice il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele.