Giudiziaria

Punta Perotti, nel futuro di Comune e Regione un nuovo maxi risarcimento ai Matarrese?

Prima per i terreni; adesso per la demolizione. Lo Stato ha già versato 37 milioni di euro per l’illegittima confisca delle aree (come deciso dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) ma adesso, insieme a Comune e Regione, ne potrebbe erogare altri 462 per gli investimenti sostenuti dall’impresa costruttrice ma sbriciolatisi in una sola domenica mattina del 2 aprile del 2006.
Punta Perotti, ennesimo capitolo. È ancora Matarrese vs Enti pubblici.
La Corte d’Appello di Bari potrebbe dire ufficialmente sì a una seconda richiesta avanzata dalla Sudfondi, srl attualmente in liquidazione. I giudici, infatti, accogliendo una domanda dei legali che assistono la società, hanno disposto una “super perizia” per quantificare l’esatto ammontare dei danni.
E il conto presentato dalla srl – a quanto pare – è davvero salato: si parla di 462 milioni di euro. Di questi circa 150 milioni corrisponderebbero al controvalore dei suoli dove dopo l’abbattimento dei manufatti, è sorto il Parco Perotti, chiamato anche della Legalità; 134 deriverebbero dal “danno emergente”, e 152 sarebbero i mancati ricavi. A questi, poi, andrebbero aggiunti anche i “danni non patrimoniali” per altri 25 milioni di euro.
A dover pagare, in questa tranche della lunga controversia legale, sarebbero il Comune di Bari (che dovrebbe essere uscito indenne dal risarcimento dei 37 milioni voluti dal Cedu in quanto li avrebbe erogati lo Stato), la Regione Puglia e il ministero per i Beni culturali (in relazione a pareri e autorizzazioni della Sovrintendenza forniti all’epoca della lottizzazione).
Nelle puntate precedenti.
Il complesso edilizio di Punta Perotti, tre torri da trecentomila metri cubi di cemento sul lungomare sud di Bari, fu abbattuto in tre fasi il 2, 23 e 24 aprile del 2006 su disposizione dell’allora sindaco Michele Emiliano, attuale governatore della Puglia. I palazzi furono distrutti con cariche esplosive in diretta televisiva, e la demolizione suscitò aspre polemiche. Al posto del complesso edilizio è sorto un parco e dal novembre del 2010 i terreni sono tornati nella disponibilità delle imprese.
La vicenda di Punta Perotti si trascina avanti da oltre vent’anni. La prima pietra risale infatti al 1995 mentre due anni dopo fu eseguito il sequestro nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla Procura. La vicenda giudiziaria si concluse nel gennaio del 2001: la Cassazione confermò l’assoluzione degli imputati ma ripristinò la confisca precedentemente annullata in appello. Contro questo provvedimento fu presentato il primo ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

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