Nella due giorni romana del governatore Emiliano, appuntamento con il ministro Giulia Grillo e i presidenti delle Regioni per discutere del Patto per la Salute 2019/2021.
“Il Patto per la salute – ha dichiarato Emiliano al termine dell’incontro – è un accordo che si stipula, nell’ambito delle leggi vigenti, tra il Governo e le regioni. Lo scopo è quello di correggere i difetti e di aumentare l’equità e la giustizia, distribuendo le risorse in base alle necessità e anche alle capacità. È stata una prima seduta di approccio. Il Ministro mi sembra ben orientato a fare in modo che il principio dell’uguaglianza dei cittadini davanti al sistema sanitario, sia garantito, soprattutto tra nord e sud”.
In Puglia ci sono 15.000 dipendenti in meno dell’Emilia Romagna a parità di cittadini da assistere. E ci sono 800 milioni di euro in meno tra minor finanziamento dal Fondo Sanitario Nazionale e 200 milioni di mobilità passiva, cioè di gente “che va fuori perché noi non abbiamo né il personale né i soldi per salire di qualità – continua Emiliano -. Lo stiamo facendo lo stesso, con uno sforzo che è come andare a 100 all’ora in seconda: quanto potremo reggere con questo scarto? Noi chiediamo di avere lo stesso personale e lo stesso danaro delle altre regioni e poi vi faccio vedere come la Puglia diventa come la Lombardia. Puntiamo quindi ad avere la compensazione di quello che costano 15.000 stipendi in più, parliamo di miliardi di euro e non pretendiamo di averli tutti insieme, ma con un piano che nel giro di qualche anno consenta il riequilibrio: il patto, appunto. Perché questo riequilibrio ci deve essere. Mi auguro che il Ministro oltre che la volontà abbia anche la forza politica per farlo, perché il nord è più forte del Sud, impone sempre il suo punto di vista con un’energia e una determinazione anche basata sulle capacità, che il Sud ancora non mette in campo. È facile ricattare un governatore del sud in difficoltà per questo o quel motivo, è molto più difficile separare l’unità di intenti dei governatori del Nord che sono normalmente molto uniti dalla loro tradizione amministrativa”.