Cronaca

Sparatoria a Ceglie, 3 affiliati Di Cosola in manette

Sparatoria a Ceglie ed estorsione a discoteca barese: arrestati Masciopito, Facchini e Di Cosola

Avrebbero dapprima estorto denaro a due imprenditori, titolari di una discoteca del capoluogo pugliese. Poi, da questo episodio, sarebbero scaturiti “contrasti” nella gestione dell’affare illecito. Si collocherebbe in questo contesto la sparatoria avvenuta lo scorso 7 febbraio in via Trieste, a Ceglie del Campo, quando alcuni colpi furono esplosi in strada, senza provocare feriti. In carcere sono finiti tre giovani, mentre una quarta persona era già stata arrestata al momento dei fatti.
A far luce sui fatti è stata la convergenza di due distinte indagini, avviate in tempi diversi dalla Squadra Mobile di Bari e dai carabinieri di Bari San Paolo e coordinate dalla locale Dda. I tre giovani arrestati – Vincenzo Masciopinto 19 anni, Giacomo Facchini 25 anni, e Domenico Masciopinto 35 anni, tutti ritenuti dagli investigatori vicini al clan Di Cosola – erano finiti in un’indagine della Mobile tesa a far luce sull’estorsione ai danni della discoteca barese (per loro l’accusa è di tentata estorsione aggravata continuata ai danni dei due titolari del locale). A questa attività investigativa si è poi sovrapposta quella dei carabinieri, intervenuti la sera della sparatoria in via Trieste. In quella circostanza, i militari avevano già arrestato Vincenzo Di Cosola, 32enne sorvegliato speciale, trovato in possesso di una pistola marca Browning cal.7,65 con caricatore contenente 9 cartucce, usata per l’azione di fuoco. La pistola sarebbe il frutto di un furto in abitazione avvenuto a Bari nel 2011.
Gli elementi acquisiti dagli inquirenti hanno così permesso, oltre che di ricostruire le dinamiche dell’azione di fuoco, anche di ricostruire ulteriori indizi che avrebbero rafforzato il quadro probatorio già emerso dalle indagini della Squadra Mobile. In particolare, “a seguito dell’inasprirsi di contrasti tra gli indagati per la gestione dell’estorsione”, ricostruiscono gli investigatori, si sarebbe verificata “un’accesa discussione” tra i tre giovani arrestati e il 32enne, il quale “esplodeva alcuni colpi d’arma da fuoco all’indirizzo della loro autovettura”.

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