Il gup del Tribunale di Bari Giovanni Abbattista ha omologato i patteggiamenti tra i 2 anni e i 18 mesi di reclusione (pena sospesa) per tre dei quattro imputati per i quali la Procura di Bari aveva chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito del procedimento su un presunto giro di tangenti in cambio di appalti dell’Arca Puglia, l’azienda regionale che gestisce le case popolari, costituita parte civile. In particolare per l’ex direttore generale dell’Arca, Sabino Lupelli, difeso dagli avvocati Michele Laforgia e Salvatore D’Aluiso, è stata ritenuta congrua la pena a 2 anni, con l’attenuante della collaborazione e dopo aver risarcito l’Arca con 30mila euro tra profitto del reato e danno all’immagine.
Per gli imprenditori baresi Antonio Lecce e Massimo Manchisi, difesi dagli avvocati Gaetano Sassanelli e Nicola Quaranta, sono stati omologati i patteggiamenti a 1 anno e 6 mesi di reclusione, con l’attenuante della collaborazione per Manchisi, per aver reso – come Lupelli – dichiarazioni eteroaccusatorie in questo procedimento e anche in altre indagini attualmente in corso.
Bari, tangenti per le case popolari: l’imprenditore porge l’orologio da 20mila euro
Nei confronti di un terzo imprenditore, il docente universitario Dante Mazzitelli, difeso dagli avvocati Nicola Quaranta e Raffaele Gargano, è stato disposto il rinvio a giudizio. Il processo inizierà il 30 ottobre dinanzi al Tribunale di Bari. Mazzitelli ha spiegato di aver rifiutato il patteggiamento della pena “a tutela” della sua “onorabilità personale e della credibilità delle aziende facenti capo alla mia famiglia”. Ha poi ricordato di essere accusato di corruzione per “una dazione di 95 euro (il valore di un orologio regalato a Lupelli, ndr) per ‘velocizzare’ un pagamento legittimamente dovuto, avvenuto con oltre 6 mesi di ritardo, in un incontro tra due vecchi amici”.